Donne ai margini dell’industria musicale. I dati impietosi e la rivoluzione “Keychange” sbarca in Italia

Stati Uniti ed Europa: avamposti della civiltà, come la intendiamo qui in Occidente. Eppure, nel terzo millennio, c’è bisogno di parlare ancora di parità di genere, persino nel mondo dell’arte. Di più, parlare non basta: nonostante i discorsi, gli studi degli osservatori, le “quote rosa”, la realtà è che, nel settore musicale come altrove, nascere donna comporta degli svantaggi lavorativi. Negli Stati Uniti e in Europa, i cantanti guadagnano in media il 30% in più delle colleghe. Sul totale degli artisti coinvolti nei festival pop, il 70% è di sesso maschile.

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